Lo splendore di Venezia, fiore all’occhiello dell’umanità, riemerge dopo anni di turismo di massa. Oggi è simbolo di sostenibilità e esempio unificante di un Rinascimento Umanista in armonia con il Vivente. Hélène Molinari, imprenditrice
Per il progetto #RiscrivereilFuturo Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno intervistato imprenditori, curatori, direttori di istituzioni culturali, rettori e docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano. Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in equilibrio con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas. Oggi intervistiamo Hélène Molinari, imprenditrice.
Vdv: Come immagini Venezia nel futuro?
Prima di tutto qualche parola sul contesto. Scommetto che siamo alla fine di un ciclo nel percorso di civilizzazione, come avviene circa ogni 500 anni. Il mondo intero dovrà reinventarsi e Venezia è avvantaggiata da questo punto di vista. Colpita dalla terribile Acqua Alta dello scorso novembre, che aveva già rallentato considerevolmente il turismo, è stata la prima in Europa a subire l’esplosione del Coronavirus, che ha arrestato di botto, in maniera brutale e duratura, il turismo di massa, prima fonte di reddito per la città negli ultimi 20 anni, ma anche suo principale flagello. Venezia ha vissuto diversamente, e vivrà diversamente.
Grazie all’isolamento degli esseri umani, la natura si è potuta riappropriare dei suoi diritti, i pesci, i polpi e le anatre sono tornati nei canali, l’inquinamento si è dissipato, l’acqua ha ripreso colore nel Canal Grande e la luce si è alleggerita dalle impurità. Foto meravigliose di Venezia hanno fatto abbondantemente il giro dei social media, la Serenissima tutto ad un tratto è stata riabilitata agli occhi del mondo intero, che ha riscoperto la bellezza inaudita del suo patrimonio architettonico, delle sue isole, della sua calma, dei suoi colori… Venezia è spontaneamente diventata una sorta di simbolo dei benefici di un mondo rispettoso della natura.
La recente presa di posizione delle autorità locali per quanto riguarda il porre fine al turismo di massa ed il desiderio di reinventare la città hanno coronato la riabilitazione dell’immagine in qualche modo un pochino intaccata di Venezia, contribuendo a creare una aspettativa mondiale sull’evoluzione di questo fiore all’occhiello dell’umanità, nei confronti del quale milioni di persone ovunque nel mondo provano un senso di attaccamento.
Dobbiamo prendere coscienza di questo bivio e momento storico, come di questa aspettativa locale e mondiale, per essere in grado di rispondere al meglio.
Se dobbiamo contribuire a reinventare Venezia per i decenni e forse i secoli a venire, in base ad una visione comune, è auspicabile che questo nuovo posizionamento permetta all’arcipelago di offrire un ambiente di vita meravigliosa ed autentica a tutti i propri abitanti. Bisogna anche che attiri delle nuove famiglie per ridare vita alla città e che, in parallelo, essa possa giocare un ruolo eminente per il resto del mondo, come già fu in passato durante il Rinascimento quando Venezia era un centro economico, culturale e spirituale di primissima rilevanza.
Vedo in futuro una Venezia viva, gioiosa e raggiante, portatrice di luce e di coscienza per l’umanità e per il mondo! Una Venezia unificante e unificatrice, che diventerà il faro mondiale, il testimone, il simbolo di un nuovo paradigma che avremo bisogno di co-costruire: “un Rinascimento umanista finalmente in armonia con il Vivente”. Questo modello dovrà soddisfare la ricerca di significato e permettere la necessaria conservazione del pianeta.
In futuro, gli abitanti di Venezia, più numerosi, vivranno in armonia con se stessi, con gli altri, con i visitatori ed i nuovi turisti, con la natura, la fauna, la flora, insomma vivranno semplicemente in perfetta armonia con il Vivente! Studieranno, lavoreranno, si miglioreranno, mediteranno, si divertiranno a Venezia, saranno in piena salute, appagati e pieni di gioia.
Venezia attirerà esperti dal mondo intero, giunti per contribuire alla co-creazione di questo nuovo modello, giovani per formarsi, un viaggio globale alla ricerca di ispirazione. Venezia diventerà così una sorta di ode vivente al pianeta, all’umanità animata di una nuova coscienza, all’intelligenza della vita con la V maiuscola, che celebra la singolarità, la bellezza, la libertà, l’abbondanza, la gioia. Una sorta di Eden ritrovato e ben concreto.
Come?
Per aprire questa nuova via del “Rinascimento Umanista in armonia con il Vivente”, Venezia farà leva sui suoi numerosi punti di forza, ai quali si dovrà dare nuovo impulso coerentemente con questo posizionamento.
La città dispone di un patrimonio storico e culturale notevole, gode di un’apertura internazionale da sempre con i suoi viaggiatori, il suo commercio, la sua Mostra del Cinema e le sue Biennali, è dunque già un canale di collegamento tra il passato ed il futuro, tra l’est e l’ovest, il nord ed il sud.
È caratterizzata da una forte tradizione artigianale e di artigiani di eccellenza che non chiedono altro che rinascere e che è urgente supportare; è anche una città ecumenica, aperta da sempre a tutte le religioni. Ha un teatro dell’opera, la Fenice, che ha saputo numerose volte rinascere dalle proprie ceneri, un conservatorio, chiese e musei eccezionali, belle università tra le quali l’atipica università internazionale di Venezia (Venice International University, n.d.r), che ha un ruolo da giocare nel futuro.
La città dispone di un mercato di prodotti locali, Rialto, dove la frutta e le verdure provengono dalle isole circostanti, di una laguna ricca di pesce, di un calendario annuale di tradizioni che dona una novità appassionante a Venezia durante tutto il corso dell’anno.
Più recentemente, Venezia ha accolto anche Homo Faber e The Human Safety Net, iniziativa umanista del Gruppo Generali. Anche i Giardini Reali sono stati restaurati, da Venice Gardens Foundation con Generali, e oggi accolgono al loro interno la Serra, denominata The Human Garden, in virtù delle attività che qui verranno svolte.
Questa svolta umanista a Venezia si è dunque già innescata spontaneamente. Io propongo di accelerare questa dinamica per mezzo di tre iniziative complementari:
1. Prima di tutto, ridare alla natura i propri diritti, proteggerla, promuovere la qualità dell’acqua e diminuire l’inquinamento aereo, misurandoli giorno per giorno, favorire la biodiversità nella laguna e sulle sue isole, assicurare un’indipendenza alimentare locale e d’eccellenza… fare in modo che Venezia divenga esemplare in materia di Sustainability per incarnare il concetto di “armonia con il Vivente”.
2. Riconoscere cosa distingue l’essere umano da altre speci: le sue capacità cognitive (la mente/l’anima) e l’abilità della propria mano. La nuova stima che Venezia darà all’essere umano metterà in armonia la mente, la mano ed il cuore. La mente perché è l’anima e la coscienza, la mano perché è l’arte e la materia, il cuore perché è la fraternità e la bellezza!
Per quanto riguarda “la mente”, una nuova università aiuterà l’essere umano ad acquisire maggiore conoscenza di se stesso ed elevare la propria coscienza. Venezia potrà fare propria la citazione di Gandhi “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Questa università solleciterà i dirigenti economici, mediatici e politici di tutti i paesi, affinché sentano il bisogno di sperimentare un percorso personale ed acquisire la capacità di meglio decriptare il mondo attuale, al fine di contribuire alla creazione di nuovi paradigmi.
Questa iniziativa è multidimensionale, scientifica, spirituale, culturale… Crea dei ponti tra ció che era separato ed anche in questo caso Venezia è un bel simbolo! In relazione a questo, Leonardo da Vinci disse “Osserva la natura, è lì che è il tuo futuro”. La nostra università troverà il suo fondamento nella natura e si ispirerà ad essa.
Concretamente, questo progetto è già stato lanciato in collaborazione con l’università internazionale di Venezia. Questo lavoro ha l’ambizione di rispondere alla domanda “chi sono io?” “chi siamo noi?” e di operare il profondo cambiamento, strettamente collegato alla natura, necessario per l’avvento di una nuova era.
3. Per quanto riguarda “la mano”, sotto l’impulso di Homo Faber, della Biennale di design e di altre iniziative che stanno rimettendo l’artigianato artistico al cuore di Venezia, riabiliteremo le competenze storiche ed attireremo nuovi artisti ed artigiani, per creare degli oggetti inediti e favorire creazioni inaspettate nello svelare talenti.
Venezia, città unica, prodotti unici, generati dal e testimoni del genio umano! Ecco cosa potrebbe dare una risposta duratura ad un consumismo esagerato di prodotti usa e getta che non ha alcun senso.
Concluderei affermando che per me il futuro di Venezia sarebbe che questo gioiello architettonico divenisse un modello di ecosistema perfettamente integrato nel proprio ambiente, vivente e pienamente sano!
Che Venezia possa appoggiarsi alle proprie radici, ai propri punti di forza ed alla propria singolarità per elevarsi sul piano della coscienza, in modo da anticipare ciò che l’umanità voglia divenire domani.
Essa brillerà di luce, di pace, di amore e di gioia. Diverrà così una fonte permanente d’ispirazione per tutti i propri abitanti che sono stati dimenticati, per l’Italia e per il mondo intero.
Vdv: Cosa possono fare la politica ed i cittadini per un rinascimento di Venezia?
È urgente lanciare una grande consultazione coinvolgendo ciascun cittadino veneziano per creare uno slancio il più inclusivo possibile e fare in modo che ciascuno abbia il piacere di esprimersi e di impegnarsi su questo argomento o di contribuire le proprie idee.
Gli studenti devono mettersi all’opera per dare le proprie idee, perché il nuovo mondo li riguarda in prima persona, e che siano in grado di sviscerare, classificare e mettere in evidenza i suggerimenti principali. Piú ampiamente, i social media e l’intelligenza artificiale potrebbe permettere la condivisione delle richieste e dei suggerimenti del mondo intero.
Questa vasta consultazione sarà un barometro locale e mondiale in base al quale ci ispireremo per rifinire la nostra visione e direzione. Questo approccio si declinerà poi in progetti realizzabili tappa per tappa.
Tutto in primo luogo è questione di mentalità! È cruciale che ciascuno e ciascuna siano pronti a fare uno sforzo per mettere da parte il proprio ego, le divergenze o le rivalità politiche. Il progetto del futuro di Venezia è destinato a riunirci in proficua collaborazione. È una delle chiavi per il successo. L’ideale sarebbe che fossimo tutti “a bordo”, e che “remassimo” nella stessa direzione.
Incarneremo in questo modo una catena umana solidale, un nuovo mondo di co-creazione dove ognuno sia libero di dare il proprio contributo, offrire la propria competenza, il proprio talento, il proprio network ed i propri mezzi al servizio di una causa comune: Venezia!
Nel portare avanti progetti di evoluzione umanista e nell’assumere il ruolo di modello dei nuovi paradigmi in fase di creazione, Venezia trarrà beneficio più facilmente grazie a fondi propri ed un regime fiscale particolare, per supportare ad esempio l’insediamento di nuovi artigiani o creativi.
Vdv: Per favore proponi un’idea specifica in uno di questi campi: ambiente, residenza, lavoro, cultura, turismo, sicurezza.
Ambiente:
È un punto chiave. Venezia deve intraprendere una riflessione sull’acqua e sulle zone umide come quella fatta nella regione di Arles (Tour de Valat). Venezia deve censire le proprie risorse naturali per conoscerle, misurarle, preservarle e utilizzarle in maniera intelligente (come fa la Fondazione Luma).
Venezia ha il potenziale di diventare un centro modello di biomimetica marina con l’osservazione della biodiversità della laguna e degli organismi che ci vivono, con lo scopo di essere una fonte d’ispirazione ecoresponsabile per le innovazioni industriali del futuro, esse stesse profondamente rinnovate.
Il ritorno degli alberi e dei fiori nel cuore di Venezia è anch’esso necessario, in seguito alla ristrutturazione dei Giardini Reali, come anche la creazione di “percorsi scoperta” di questi luoghi propizi per la meditazione e la riconnessione con la natura.
Agricoltura:
Venezia deve mirare alla propria indipendenza alimentare, con degli orti in permacultura, in biodinamica, che rigenerino il suolo, nelle isole circostanti o sul lungo laguna. Venezia deve essere in grado di rifornire i propri abitanti ed i ristoranti di frutta, verdure, pollame, pescato locale… Venezia potrà in tal modo divenire parimenti un centro di formazione per la permacultura per tutti gli agricoltori del mondo, cosa che ancora non esiste
Salute:
Ippocrate già lo diceva: “una buona salute richiede una alimentazione variata e di qualità”. È più che opportuno istituire un centro sperimentale che permetta di guarire sia “interiormente” che “esteriormente” integrando la medicina olistica tradizionale con delle tecniche estrapolate da insegnamenti ancestrali, i suoni, la luce, i fiori di Bach… la medicina quantistica che comincia ad emergere e sembra molto promettente. Questo centro sarà sia un centro di cura che una scuola per i medici di tutto il mondo.
Artigianato:
Tutte le iniziative artigianali devono poter condividere un progetto comune ed arricchirsi a vicenda intorno alla magnifica vetrina che Homo Faber è diventata.
Sarà a tal proposito opportuno favorire l’installazione di nuovi atelier, la collaborazione tra artigiani, designer e artisti e addirittura nuove tecnologie, tutte beneficianti di una zona fiscale privilegiata, e fare sì che delle residenze possano accogliere e formare i giovani.
La creazione di un premio di eccellenza potrebbe inoltre ricompensare ogni anno la creatività artistica e la competenza. Le boutique che oggi vendono articoli di scarsa qualità made in… saranno naturalmente rimpiazzate da boutique dove uno potrà trovare prodotti di eccezione, a tutti i prezzi.
Turismo culturale:
Tutte le chiese veneziane chiuse devono essere riaperte e bisogna favorire dei circuiti scoperta di questi luoghi magnifici.
Turismo spirituale:
Questo concetto innovativo è da precorrere e sviluppare. Venezia deve dotarsi di circuiti iniziatici e contemplativi per favorire la riflessione interiore. Perché non organizzare una volta all’anno una meditazione su piazza San Marco, trasmessa sui social media? Si tratta nel vero senso del termine di coltivarsi come si coltiva un giardino.
Lavoro:
Con lo smart-working che probabilmente diventerà più comune negli anni a venire, numerose famiglie forse vorranno e potranno trasferirsi più facilmente a Venezia e viverci. È nostro dovere assicurarci che ci sia una buona ricezione internet nella città e installare laboratori tipografici dotati di stampanti 3D.
Inoltre, dobbiamo incoraggiare l’installazione di sedi di grandi società sulla Piazza San Marco come simbolo dell’impegno delle imprese in favore della Sustainability e del nuovo paradigma.
Hélène Molinari, imprenditrice.
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Le foto sono di Settimo Cannatella, @seventhsoul, per Venezia da Vivere.
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