Creativa, musa ispiratrice, soggetto nei ritratti e artista sperimentale: in primo piano, alla 58° Esposizione Internazione d’Arte di Venezia, c’è sempre una donna.
Dall’artista d’avanguardia e femminista austriaca Renate Bertlmann, all’inglese Cathy Wilkes e alla sua curatrice Zoe Whitley, nonché curatrice alla Tate Modern di Londra, al premio Turner Prize nel 2013 Laure Prouvost, al Leone d’Oro Marina Abramovic, i padiglioni nazionali di Biennale Arte 2019, gli eventi collaterali e le mostre puntano sulle donne.
Le performance del Padiglione francese
Laure Prouvost, vincitrice del Turner Prize nel 2013, rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia. Il suo progetto artistico Deep see blue surrounding you / Vois ce bleu profond te fondre è un’opera filmica che narra un viaggio iniziatico attraverso la Francia — dalla periferia parigina fino al Nord della Francia, dal Palais Idéal du Facteur Cheval al mar Mediterraneo — per approdare a Venezia.
L’installazione arricchisce il Padiglione Francese al suo interno e all’esterno con materiali cari all’artista: oggetti tratti dal suo film, resina, terra, vetro, piante e vapore acqueo. Le performance scandiranno la vita del Padiglione, interagendo con l’architettura e gli oggetti disposti.
Inghilterra: assemblaggi, dipinti e stampe
Dopo Sarah Lucas nel 2015 e Phyllida Barlow nel 2017, per la terza volta consecutiva il Paese adottivo del Direttore Artistico della Biennale ha scelto una donna, o meglio due donne: Cathy Wilkes, l’artista originaria di Belfast che nel 2005 aveva rappresentato la Scozia alla Biennale, selezionata dal British Council per raccontare l’arte della Gran Bretagna contemporanea, con la curatela di Zoe Whitley, curatrice alla Tate Modern.
Considerata tra gli artisti più influenti oggi in Gran Bretagna, Cathy Wilkes presenterà a Venezia una serie di nuovi lavori tra installazioni scultoree, assemblaggi di oggetti, dipinti e stampe.
L’Irlanda 2019 è Eva Rothschild
Restando tra gli anglofoni, troviamo Eva Rothschild per l’Irlanda, conosciuta principalmente per le sue sculture ed installazioni, che a Venezia porterà un’opera dalla prerogativa politica.
The Shrinking Universe è l’insieme di tre grandi sculture dotate di identità e pathos specifici; forme dissimili conversano cercando di prevaricare le une sulle altre. All’interno della mostra si incontra un ostacolo fisico che detta le regole del nostro percorso e rievoca l’architettura difensiva (come spiega Rothschild): blocchi e barriere di cemento come presenza costante e latente delle città ansiose in cui viviamo.
50 anni di carriera artistica al padiglione austriaco
L’Austria capitanata da Felicitas Thun-Hohenstein celebra l’esperienza artistica della femminista Renate Bertlmann, artista da sempre impegnata nella ricerca estetica sulla diversità di genere. In una recente dichiarazione, Bertlmann afferma:
«Sono felice del mio meraviglioso compito di progettare il Padiglione austriaco a Venezia. I contenuti e l’estetica radicali e la volontà di rischiare sono i pilastri principali del mio lavoro artistico. Le mie visioni, che mi hanno guidata per 50 anni, troveranno quindi un’espressione autentica in questo luogo.»
Le sculture del Padiglione Argentina
Facciamo un salto oltreoceano, in Argentina, con Mariana Telleria. “El nombre de un país” è il titolo dell’installazione composta da sette sculture monumentali che daranno forma all’immaginario dell’artista argentina per il Padiglione a cura di Florencia Battiti.
«In queste sculture ho evidenziato il mio interesse a lavorare partendo dalla forma delle singole cose, mettendo in risalto, in qualche modo, il concetto che l’unico elemento naturale è in realtà la convivenza caotica tra oggetti vivi e oggetti inerti, tra cultura e natura, tra ordine e distruzione. Ogni cosa ha una sua anima, la sua impronta formale e la sua storia materiale. C’è tragedia in tutto, ma in tutto c’è anche qualcosa di vivo».
È con questa forza che l’opera è stata selezionata su 68 proposte presentate al bando pubblico indetto dal Ministero degli Esteri argentino tramite la Direzione degli Affari Culturali.
E oltre ai padiglioni della Biennale?
Oltre ai Padiglioni nazionali, la Biennale è donna anche nei Progetti Speciali come il Padiglione delle Arti Applicate, nelle Sale d’Armi dell’Arsenale. Giunto alla sua quarta edizione il progetto è frutto della collaborazione tra la Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra, e quest’anno è affidato all’artista polacca Marysia Lewandowska.
Il Progetto Speciale Forte Marghera coinvolge invece l’artista Ludovica Carbotta, che presenta un intervento site-specific nella Polveriera austriaca del bellissimo forte ottocentesco che si trova alle porte della città di Venezia.
Anche gli eventi collaterali confermano una forte partecipazione femminile: Shirley Tse con Stakeholders, Hong Kong in Venice in Campo della Tana o Elizabeta Betinski, fondatrice dell’organizzazione artistica no profit di Los Angeles che presenterà bardoLA, un concetto-opera di ispirazione al buddismo tibetano presso il Palazzo delle Poste Centrali di Ca’ Faccanon.
In città è tutto un fiorire di mostre e installazioni ad alto tasso femminile, primo tra tutti Raising, installazione di realtà virtuale con l’avatar di Marina Abramovič nella Galleria Ca’ Rezzonico a Dorsoduro.
La pioniera della performing art, Leone d’Oro alla Biennale del 1997, ha dedicato la sua ultima performance alla causa ambientalista: immersa in una vasca di vetro che si riempe sempre più di acqua, l’artista entrerà in empatia con il visitatore che potrà salvarla solo dimostrando la sua volontà di salvare il pianeta.
Restate connessi con #VeneziaDaVivere e #ArtBiennaleExperience.
Le foto sono state gentilmente concesse a Venezia da Vivere da Biennale Arte 2019 e dal web.
dall’8 al 10 maggio
Pre-apertura Biennale Arte 2019
dall’11 maggio al 24 novembre
58. Esposizione Internazionale d’Arte
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Info: www.labiennale.org
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