Alla scoperta di un Festival del Cinema di Venezia senza bagni di folla e con un programma all’altezza delle precedenti edizioni anche senza le star hollywoodiane. Scopriamo assieme cosa vedere con il Caffè con Venezia da Vivere
Con la proiezione del film “Lacci” di Daniele Lucchetti, con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini e Linda Caridi, e con la consegna del Leone d’oro alla carriera a Tilda Swinton, la 77a edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica ha preso il via.
Fino a qualche giorno prima al Lido i preparativi erano frenetici e nell’aria si percepiva l’attesa per l’effettiva partenza di una macchina organizzativa imponente, che ha permesso alla Biennale di Venezia di mantenere l’impegno di allestire la rassegna anche in un anno che ha visto annullare la maggior parte delle manifestazioni internazionali, compreso il Festival di Cannes e le Olimpiadi.
Nelle sale i posti sono stati dimezzati e viene garantita la sanificazione tra ogni proiezione. In coda, e durante l’intera proiezione del film, pubblico e addetti ai lavori indossano la mascherina e mantengono il distanziamento, senza particolari drammi. I fotografi indossano mascherine rigorosamente nere, così come gli addetti alle sale e ai controlli di sicurezza.
Non c’è stata la famosa cena di gala per l’inagurazione della mostra, né particolari party, ma il clima è comunque festoso: si respira un’aria di consapevolezza che, nonstante le necessarie misure, si può comunque organizzare un evento come questo, mantenendo un elevato livello di qualità e che si può tornare a godere del grande cinema non dal proprio PC ma nelle sale cinematografiche.
Anche il Direttore Alberto Barbera, la madrina Anna Foglietta, i membri delle giurie, gli attori e le celebrities, come la cantante Elodie e il suo compagno Marracash, sul Red Carpet (blindato) portano la mascherina (spesso di colori diversi e con note fashion), il che li fa forse sentire anche più vicini e umani del solito.
Solo Cate Blanchett e Tilda Swinton, probabilmente le più fotografate su questo strano Red Carpet “senza pubblico”, sembrano scese da un altro pianeta, vere dive di questa edizione.
Tilda Swinton è protagonista anche il 3 settembre quando, come “proiezione speciale”, è stato presentato uno dei film da non perdere: “The Human Voice” di Pedro Almodovar. Sembra una specie di staffetta tra il leone d’oro alla carriera dello scorso anno (Almodóvar) e questa presentazione di questo breve film (30 minutui), prima opera in inglese del maestro spagnolo. Si tratta di un libero adattamento dell’originale pièce teatrale di Jean Cocteau, su cui Pedro Almodóvar ha sognato per decenni, che racconta la storia di una donna disperata che aspetta la telefonata dell’amato che l’ha appena abbandonata.
E parlando di storie di donne, molti sono i titoli, tra i film in concorso a #Venezia77, che noi di Venezia da Vivere non vogliamo assolutamente perdere.
Il 5 settembre sarà presentato “Pieces of a Woman” di Kornél Mundruczó, film da non perdere perché è la prima pellicola in inglese di un regista che, dopo vari premi, nel 2014 ha vinto “Un Certain Regard Award” a Cannes con “White God – Sinfonia per Hagen” e che a Venezia racconterà il dolore di una donna per la perdita del figlio.
Lo stesso giorno sarà presentato “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli, una regista e donna fantastica, vincitrice del premio Orizzonti, che sicuramente sa raccontare le donne. Sarà curioso vedere come saprà portare sullo schermo la storia della figlia più piccola di Karl Marx, tra i primi personaggi femminili vicini ai temi del femminismo e del socialismo, alle lotte operaie, e che ha combattuto per i diritti delle donne e per l’abolizione del lavoro minorile.
Bisognerà aspettare il 9 settembre per assistere a “Le Sorelle Maccaluso” di Emma Dante, una storia di “sorellanza” che sicuramente la regista teatrale di grande talento (il film precedente, “Via Castellana Bandiera” ci era piaciuto tantissimo) saprà raccontare con grande maestria.
L’11 settembre è, invece, attessissimo “Nomadland” di Chloé Zhao, che segna il ritorno a Venezia di Frances McDormand dopo Coppa Volpi e premio Oscar. Come in “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri” l’attrice americana affronta una storia ambientata nelle aree non urbane degli States.
Tra i film è in concorso “Padrenostro” di Claudio Noce, la storia di due ragazzini nella difficile Italia degli anni di piombo con Pierfrancesco Favino.
Lo stesso giorno debutta “The Disciple” di Chaitanya Tamhane, un film incentrato sulla musica classica indiana, assolutamente da vedere considerando che il regista, con il suo primo film, ha fatto incetta di premi nel 2014 vincendo sia la sezione Orizzonti che il premio Luigi de Laurentis.
E aspettando le opere di Andrei Konchalovsky, Amos Gitai e di Gianfranco Rosi, sale la curiosità anche per “The World to Come” (6 settembre) di Mona Fastvold, una pellicola che, nel raccontare una storia intricata tra due coppie nell’america di metà ottocento, vede tra gli interpreti il premio Oscar 2017 Casey Afflek (ricevuto per “Manchester by the sea” presentato a Venezia), Christopher Abbott, nominato al Golden Globe nel 2020 per la serie TV Catch-22, Katherine Waterston, conosciuta anche dai più giovani per l’interpretazione di Tina Goldstein nella saga di “Animali Fantastici” da Harry Potter ed infine Vanessa Kirby, principessa Margret nella celebre serie “The Crown” e protagonista nelle ultime pellicole di “Mission Impossible” al fianco di Tom Cruise.
Nella sezione Orizzonti c’è grande attesa per “Jenayat-E Bi Deghat (Careless Crime)” dell’iraniano Shahram Mokri; questo film è da vedere assolutamente perchè il cinema dell’Iran negli ultimi anni non ha mai deluso, e perchè questo giovane regista nel 2013 ha presentato a Venezia uno dei più bei film che abbiamo mai visto (Fish & Cat) vincendo il premio speciale Orizzonti per il film più innovativo. In questo nuovo film passato e presente dell’Iran si incontrano un progetto inquietante: appiccare il fuoco ad un cinema. Chissà che questa pellicola non ci infiammi di entusiasmo come la precedente.
E sempre in “Orizzonti” non vediamo l’ora di assistere a “Mainstream” di Gia Coppola, non perchè la regista sia la nipote di Francis Ford Coppola, ma perchè si tratta di un film ambizioso, ad alto budget che attraverso la storia di un triangolo amoroso, descrive la deriva incontrollata delle giovani generazioni.
Tra le proiezioni fuori concorso una delle più attese è il documentario “Salvatore – Shoemaker of Dreams” di Luca Guadagnino. Il regista di “Chiamami con il tuo nome”, che a Venezia presenterà anche il film “Fiori Fiori Fiori!”, racconta l’arte di Salvatore Ferragamo, nel film più “fashion week” della mostra 2020. Da non perdere assolutamente!
Vedremo anche “The Duke” di Roger Michell, con Helen Mirren, “Night in Paradise” di Parl Hoon-Jung, “Night in Paradise” di Parl Hoon-Jung, da non perdere perchè secondo il direttore Barbera il regista di questo gangster movie coreano farà parlare molto di sé nel prossimo futuro e “Mandibules” di Questin Dupieux, per molti uno dei film più attesi. E del resto come resistere ad una storia di amicizia, in compagnia di una mosca gigante ammaestrata, trovata rinchiusa nel bagagliaio di una macchina?
Ci sarà spazio anche per tematiche di grande attualità.
“One night in Miami” di Regina King che, pur riportandoci ai tempi di Cassius Clay, tocca tematiche purtroppo attuali per la comunità afroamericana negli Stati Uniti. E, infine, ci sarà spazio per il documentario “Greta” di Nathan Grossman su Greta Thumberg, segno di una attenzione crescente per la salvaguardia del pianeta.
Del resto quest’anno la Biennale ha distribuito agli accreditati una nuova versione della consueta borsa, prodotta però con bottiglie di plastica riciclate.
L’ultimo giorno della mostra ci sarà sicuramente con “Lasciami Andare” di Stefano Mordini: da vedere perché è il thriller con Stefano Accorsi che era in lavorazione proprio a Venezia nei giorni dell’Acqua Granda dello scorso novembre.
In attesa di questa scorpacciata di film da tutto il mondo, continuiamo a bere il nostro caffé in un tavolino davanti al Palazzo del Casinò, mantenendo il distanziamento, preparando la mascherina e il gel per la prossima proiezione, toccando con mano che il mondo del cinema nonostante tutto è pronto a ripartire con un sacco di nuove storie da raccontare.
Articolo di Pietro Gallina (info@veneziacinema.com) per Venezia da Vivere.
Foto copertina con Tilda Swinton di Cristina di Bella per Venezia da Vivere.
Tutte le foto nell’articolo sono di Rossana Viola per Venezia da Vivere.