Regolare i flussi in modo razionale e programmato con una politica di incentivi, favorire l’accesso nelle stagioni meno affollate, manifestazioni in periodi “morti” dell’anno e promuovere aree meno frequentate: Guido Zucconi, storico dell’architettura di IUAV di Venezia, per #RiscrivereilFuturo
Per il progetto #RiscrivereilFuturo di Venezia Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno intervistato imprenditori, curatori, direttori di istituzioni culturali, rettori e docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano. Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in equilibrio con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas.
Ecco le proposte per la rinascita di Guido Zucconi, Storico dell’architettura dell’Università IUAV di Venezia.
Come immagini Venezia nel futuro?
Come un’entità conscia non solo della sua grandezza passata ma anche della sua dimensione attuale di grande città, articolata tra laguna, estuario e terraferma: un grande centro turistico ma anche un centro di studi e di ricerche, sede di organizzazioni internazionali o di sue articolazioni locali soprattutto nel campo dell’arte, delle scienze ambientali.
Una città che riconquisti una centralità regionale che andata sempre più appannandosi. Una città che non passi il tempo a piangere su stessa ma che sappia guardare con ottimismo al futuro. Una città che bandisca per sempre la parola “morte”, che non sprechi tempo e denaro domandosi se debba terminare a piazzale Roma o se debba estendersi oltre il Pullman Bar.
Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
Affrontare seriamente il problema del turismo, invertendo l’approccio demagogico che ha caratterizzato gli ultimi decenni; oggi l’atteggiamento oscilla tra il “liberi tutti”, applicato sistematicamente, e l’invettiva contro il turismo di massa (agitato soprattutto a fine stagione). Regolare i flussi in modo razionale e programmato, non con irrealizzabili sbarramenti, tornelli, fili spinati, numeri chiusi, ma con una politica di incentivi: favorire l’accesso nelle stagioni meno affollate grazie a pacchetti particolarmente convenienti, lanciare manifestazioni in periodi “morti” dell’anno e trovare motivi d’interesse per la visita in aree oggi poco frequentate.
Non Venezia nel suo insieme, ma una parte di essa è assalita dal turismo: partendo da questa constatazione, si può fare molto, creando nuovi poli d’attrazione e nuove ragioni di visita.
Proponga un’idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
Creare grandi poli di attrazione per il turismo internazionale significa prescindere da Piazza San Marco e dai monumenti che la circondano. Oggi la visita di molti turisti si riduce al semplice tragitto di andata e ritorno, tra il luogo d’entrata e la Piazza.
Un grande polo di attrazione potrebbe essere rappresentato dall’Arsenale completamente restituito all’uso della città (pochi sanno che ora appartiene interamente al Comune di Venezia). Un’attrattività legata anche dalla presenza di un Grande Museo del Mare che, nel contempo, dovrebbe raccontare la storia di Venezia e della Serenissima.
Lo spazio e la presenza dell’acqua consentono di avere una serie di imbarcazioni e di navi collocate a lato (e come parte) del museo propriamente detto. Ci sono, in questo campo, molti esempi di successo: il Museo marittimo di Amsterdam, situato per metà nella sede della Compagnia delle Indie e per l’altra metà in un grande vascello del Seicento. Ci sono poi il caso del Museo di Londra/Canary Wharf collocato in un vecchio dock del porto e di Lisbona/Belem ospitato nel Convento dei Jeronimos. Tutti, attraverso le vicende marittime, raccontano la storia di una nazione. Tutti stanno riscuotendo grande successo, con alti numeri di visitatori. La gente continuerà a volere vedere piazza San Marco e nessuno potrà impedirglielo; ma se almeno un terzo dei turisti andrà anche altrove, ecco che la pressione sullo spazio e sui monumenti della piazza diminuirà in proporzione.
Guido Zucconi, Storico dell’architettura dell’Università IUAV di Venezia.
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